Marecchiese: bene l’accordo, no a una nuova strada

Marecchiese: bene l’accordo, no a una nuova strada

 

Le parole di Patrick Wild in Consiglio comunale

 

Lo schema di accordo sulla Marecchiese non è una novità in senso assoluto, dal momento che si tratta della stessa delibera passata nei giorni scorsi anche negli altri Comuni dell’Unione Valmarecchia, che si pone in linea di continuità con il precedente Protocollo già sottoscritto mesi fa con la Provincia, che ora coordinerà uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza e interventi puntuali sulla Marecchiese stessa.

Il dibattito sulla Marecchiese sta andando avanti oramai da diverso tempo. Mi sembra evidente, al netto dell’esistenza di posizioni differenti sul come intervenire, che la strada – considerata la sua oggettiva importanza, essendo l’arteria principale della viabilità dell’intera vallata – presenti alcuni nodi più problematici di altri.

Da questo punto di vista nel dibattito con i colleghi consiglieri in Unione conosciamo bene la situazione, essendoci confrontati in più occasioni sul punto. Tra l’altro ricordo che oramai da tempo, pur essendo prossimo alla riapertura definitiva, abbiamo una situazione insostenibile dovuta alla chiusura in termini assoluti o a senso alternato di ponte Verucchio.

La mia posizione sul tema non è un mistero, qualunque siano le conclusioni a cui si giungerà: bene la manutenzione costante e gli interventi puntuali sui nodi di cui dicevo, ma il punto fermo è che la soluzione dei problemi esistenti non può né potrà mai essere una nuova strada, così come prospettato da qualcuno.

La mia non è una preclusione ideologica: ragioni per non voler una nuova superstrada ce ne sono a iosa e sono tutte condivisibili, dalla salvaguardia del territorio, il non consumo di suolo, la valorizzazione del turismo slow.

A questo proposito mi permetto di portare l’attenzione al paragrafo dello schema di accordo in cui si menziona la possibilità di “superare il precedente protocollo anche con la realizzazione di strade extraurbane”. Si tratta di un passaggio piuttosto sibillino e di difficile interpretazione. Se parliamo di interventi puntuali su determinati nodi, potremmo anche essere d’acordo, mentre se l’ipotesi di strade extraurbane fa riferimento a una nuova strada a scorrimento veloce in contrasto con quanto già detto, allora troverà il nostro dissenso.

Abbiamo già dei pessimi esempi in territori tra l’altro nemmeno lontani dal nostro e questo dovrebbe servire da monito per evitare errori già fatti in passato. Non mi dilungo oltre sul contenuto, perché ritengo che il merito della questione spetti proprio a chi si occuperà dello studio di fattibilità. Da questo punto di vista, la convenzione pare la cornice ideale entro la quale svolgere queste verifiche, individuando tempi e modi nel rispetto dei distinguo fatti.