Mobilità

La mobilità santarcangiolese va ripensata con un piano per il traffico veicolare, il trasporto pubblico e la mobilità ciclopedonale, completando i collegamenti tra centro, frazioni e Comuni limitrofi. Escludiamo ogni ipotesi di nuove strade a scorrimento veloce sul territorio comunale.

 

 

4.1 Viabilità, trasporto pubblico e mobilità sostenibile

 

In accordo con il principio generale della sostenibilità, vanno favorite le forme di trasporto a basso impatto ambientale e rese più efficienti le infrastrutture esistenti, limitando la realizzazione di nuove arterie solo a quelle indispensabili per la soluzione di problemi cronici.

 

A questo proposito, escludiamo ogni ipotesi di nuove strade a scorrimento veloce sul territorio comunale. Questo non è il modello di sviluppo che abbiamo in mente, e ci batteremo affinché progetti del genere non vadano in porto.

 

La mobilità santarcangiolese va ripensata, con le priorità di sviluppare e mettere in sicurezza i percorsi ciclopedonali esistenti (sia all’interno dei centri urbani che tra loro), promuovere il trasporto collettivo nelle sue molteplici forme, mettere in sicurezza i punti critici, migliorare o eliminare gli attraversamenti urbani da parte delle principali strade di collegamento territoriale.

 

Di conseguenza, l’assetto della rete infrastrutturale dovrà essere inquadrato in un Piano della mobilità generale: un piano in grado di armonizzare traffico veicolare, trasporto pubblico e mobilità ciclopedonale, completando i collegamenti tra centro, frazioni e Comuni limitrofi.

 

Per quanto riguarda le auto, riteniamo necessario sensibilizzare le persone e segnalare meglio la disponibilità dei parcheggi di prossimità già esistenti nei pressi del centro – i cosiddetti “scambiatori” – realizzandone se possibile di nuovi.

 

Crediamo sarebbe utile, inoltre, un maggior presidio della viabilità da parte della Polizia locale e dei Carabinieri, sia per prevenire fenomeni di parcheggio selvaggio che spesso inibiscono i percorsi ciclopedonali, sia per ragioni di sicurezza stradale, in sinergia con dispositivi come i dossi rallentatori dove necessario.

 

Per quanto riguarda il trasporto pubblico, va fatto tutto il possibile per garantire collegamenti più frequenti e meglio organizzati con i Comuni vicini, specie quelli di dimensioni più piccole e negli orari meno presidiati (come la fascia serale e notturna).

 

Il raggiungimento di questo obiettivo passa da un maggior numero di fermate dei treni alla stazione di Santarcangelo, dal potenziamento degli autobus di linea e dei servizi complementari per le aree non raggiunte da quest’ultimo, valutando inoltre la possibilità di un prolungamento del TRC fino a Santarcangelo nel momento in cui dovesse raggiungere la Fiera di Rimini.

 

La mobilità ciclabile, che dovrà essere ambito privilegiato di investimento, dev’essere favorita completando non solo i collegamenti tra centro e frazioni, ma anche quelli con le scuole e i centri di aggregazione, oltre che con luoghi particolarmente frequentati come il litorale riminese.

 

Il centro di Santarcangelo deve diventare sempre più pedonale, a cominciare da piazza Marini, portando avanti l’esperienza del Pedibus e valutando la possibilità di mettere a disposizione minibus elettrici o biciclette a pedalata assistita per collegarlo ai parcheggi di prossimità.

 

4.2 Ambiente e beni comuni

 

L’ambiente è un bene di tutti e come tale va tutelato, con particolare attenzione alla gestione delle risorse naturali più preziose e alle potenziali situzioni di criticità sul territorio derivanti dall’attività passata e presente di imprese ad alto impatto ambientale, da monitorare costantemente.

 

Rispetto al tema delle risorse non si può che partire dall’acqua, riconosciuta anche per via referendaria come bene pubblico naturale e diritto umano universale. Va evitata qualsiasi forma di uso privatizzato e speculativo delle risorse idriche, tramite un attento controllo delle fonti, della distribuzione e dell’approvvigionamento, che dev’essere e rimanere pubblico.

 

È compito delle istituzioni garantire l’accessibilità a tutti, favorire il risparmio e il rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente e l’agricoltura. Le falde acquifere, i corsi e i bacini d’acqua vanno tutelati mantenendo la permeabilità dei suoli, mentre l’inquinamento può essere contrastato prevenendo i fattori di rischio nelle aree più esposte.

 

Per incoraggiare l’uso alimentare dell’acqua pubblica proponiamo di completare la rete delle Case dell’acqua fino ad averne una in ogni frazione, proseguendo prima di tutto la programmazione in essere che prevede l’installazione della prossima a Canonica.

 

È necessario completare l’ammodernamento della rete fognaria e l’allacciamento agli impianti di depurazione delle aree ancora non collegate, incentivando la fitodepurazione e più in generale l’impiego delle acque di recupero per gli usi non alimentari e l’igiene personale.

 

La gestione dei rifiuti rappresenta uno dei maggiori punti di criticità delle società odierne e una delle più importanti sfide per un’amministrazione sostenibile del territorio che guardi al futuro. Noi consideriamo la strategia Rifiuti Zero, adottata anche dall’Unione Europea, la linea guida ideale per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

 

Questa strategia parte dalla necessità di ridurre la produzione globale dei rifiuti, portando la parte non riciclabile vicina allo zero e minimizzando la necessità di impianti di smaltimento (discariche e inceneritori). Un approccio che richiede responsabilizzazione diffusa, coinvolgendo tutti i livelli politici e sociali per procedare tutti nella stessa direzione facendo ognuno la propria parte.

 

Applicati a livello locale, i punti cardine della strategia Rifiuti Zero sono:

 

a) Riduzione, recupero e riuso: il Comune deve intervenire con progetti territoriali in collaborazione con esercenti, aziende, associazioni di categoria, per guidare azioni di riduzione degli imballaggi, politiche del “vuoto a rendere”, riutilizzo dei materiali, recupero degli scarti di produzione e delle rimanenze alimentari da re-introdurre in circuiti di solidarietà, attivazione di centri per il riuso, incentivazione dell’economia locale a km zero.

 

b) Differenziazione e riciclo: considerati i limiti di funzionamento ed efficacia del sistema e-gate, proponiamo il passaggio – eventualmente a partire da una fase di sperimentazione – al sistema di raccolta “porta a porta”, che ha portato notevoli risultati quantitativi e qualitativi dov’è presente da più tempo. La differenziazione, inoltre, va agevolata potenziando il Centro ambiente e ampliando la gamma di materiali raccolti, per migliorare la filiera del riciclo e ridurre i costi di gestione.

 

c) Tariffazione puntuale: come previsto dalla normativa regionale a partire dal 2021, la tassazione dovrà essere legata alla quantità di rifiuti prodotti. Il comportamento virtuoso deve trasformarsi in beneficio diretto e concreto per i cittadini, premiando chi massimizza la riduzione e la differenziazione con sconti sulla tariffa o agevolazioni su altri servizi, prevedendo al contrario meccanismi di sanzione anche collettiva (ad esempio nei condomini) per responsabilizzare i singoli.

 

Sul nostro territorio la gestione dei rifiuti è affidata in via esclusiva a Hera, sempre più assoggettata a logiche economiche e di profitto, con problemi di inefficienza, mancanza di controllo e verifica. Il bando di affidamento è scaduto da anni e il gestore sta operando in proroga: è necessario valutare alternative, già adottate da altri Comuni della zona, per riportare in house la gestione.

 

Anche restando nell’ambito del servizio delegato, in ogni caso, le istituzioni devono fornire un indirizzo di sviluppo e innovazione nella gestione del servizio, a garanzia dell’interesse pubblico della comunità. È indispensabile che la Regione proceda al più presto a un nuovo bando, che crei una vera competizione in termini di gestione dei servizi, efficienza e trasparenza.

 

In merito al tema dell’energia, la visione del futuro si gioca sulle risorse rinnovabili: occorre ridurre drasticamente la dipendenza da fonti fossili (esauribili e inquinanti) e tendere all’autosufficienza energetica territoriale, con forme di energia pulita e non impattante.

 

Dev’essere definito un Piano energetico comunale, strumento di pianificazione in grado di promuovere politiche e azioni concrete. Il tema dell’efficienza energetica va portato dall’intervento sul singolo edificio all’intero territorio comunale, con l’obiettivo ambizioso e di lungo periodo del raggiungimento di una Santarcangelo a emissioni zero.

 

Pianificazione energetica, territoriale e della mobilità dovranno andare di pari passo, stabilendo precise regole per le nuove costruzioni e una corretta programmazione degli spazi che si rifletta sulla qualità ambientale (ombreggiatura e ossigenazione naturale dei luoghi pubblici aperti).

 

Tra i provvedimenti possibili per promuovere la riduzione delle emissioni, la riduzione dei consumi di energia sul patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione (classi energetiche elevate e incentivi per la riqualificazione energetica), la razionalizzazione dei consumi (risparmio di energia primaria e illuminazione led), la differenziazione delle fonti energetiche privilegiando quelle rinnovabili, l’utilizzo di risorse locali, la limitazione di infrastrutture, impatto ambientali e usi energetici non compatibili con le politiche di gestione del territorio.

 

Il Comune, in ogni caso, dovrà cominciare dalla ricognizione dei consumi energetici di tutti gli edifici comunali e del patrimonio pubblico – a partire dall’illuminazione – individuando misure per la riduzione degli sprechi e il miglioramento dell’efficienza energetica.

 

 

Ulteriori approfodimenti sulle nostre proposte per la mobilità e l’ambiente sono disponibili nel documento allegato “Insieme verso un futuro sostenibile”.

Nell’allegato 1 “Insieme verso un futuro sostenibile” è disponibile un approfondimento sulle nostre proposte per la mobilità, l’ambiente, la pianificazione urbanistica e la cura del territorio.

 

L’allegato 2 “Integrazione strategica tra cultura e socialità” presenta invece maggiori dettagli in materia di scuola, giovani, cultura, sport, socialità, partecipazione e accessibilità.